martedì 27 maggio 2014

Libertà

Libertà, di Gé Fratello



Libertà
Eravamo i più soli e incompresi eppure avevamo chi ci amava e avevamo di che sfamarci. Allora avevamo la nostra anima e questa voleva trasformarsi, essere diversa ed era sempre diversa e normale. Si pensava di essere quello, o questo, ma alla fine, magari anche per poco, eravamo tutto e si sa che anche in un secondo si può dare verità reale a questo o quello. Una vita fatta di secondi e di mistero, ma anche questa è povertà, e allora rassegniamoci alla povertà che è grande e fa l’uomo: forse così avremo meno paura, ma non togliamo l’amore. Siamo parte di Gaia, della madre natura, essa è divina come lo siamo noi, però vogliamo dimenticare questa spiritualità, distaccarci; questo è forse necessario per fare quello che facciamo ogni giorno? Abbiamo staccato gli occhi dal sangue usando i soldi, entrando negli ipermercati, nell’ambizione, nell’arrivismo, nelle medaglie, nel dimostrare, nei lustrini, nell’accecante religione della scienza, nella nostra micro-visione. E lo spirito di ciò che ci circonda?  ...delle piante, spesso eliminate senza motivo; degli animali, che ci stupiscono solo perché vediamo dei cani in macelleria, in vendita? e non ci stupisce il consumare carne tutti i giorni: che nemmeno gli ultimi abitanti delle foreste osano fare.  Rendere logica al cammino sulla Terra: piccole mattonelle spostate dal mattino a sera, nei nostri rifugi collegati col mondo. Da dove possiamo cominciare a osservare come l’aquila, a imparare a farlo, vedere l’insieme, capire le forme, le necessità, la madre che sostiene il nostro peso.   


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