Lo scollegamento è spesso inconscio e questo fattore aumenta di molto
le problematiche che si esprimono nell’inconsapevole, a volte ossessiva,
ricerca del prossimo che diventa uno sbocco e un’opportunità di indagine su di
sé. Una misura emergenziale delle nostre parti più profonde e divine per
promuovere una necessaria, quanto irrevocabile, svolta evolutiva. Nella
maggioranza dei casi è una ricerca che si rivela con incidenti fisici, scontri,
odio, incomprensioni rabbia e/o con attrazione, curiosità, irritabilità, amore,
sesso. Sono un riflesso di un’esplorazione atta a esemplificare ciò che
dobbiamo vedere, osservare, sentire, riconoscere, capire.
Non essere collegati col mondo, la Terra, le piante, Altro rende la
conoscenza di sé molto più complicata e, comunque, incompleta e ci porta a
cercare un’entità esterna a noi famigliare che faccia da “tramite” per farci
vedere noi stessi, o una parte rilevante di noi, farci capire l’unità, il
collegamento, l’olismo; visto che impediamo al cielo, al mondo, alla foresta, e
ad altro di farlo, o meglio, di renderlo effettivo e positivo.
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