sabato 8 marzo 2014

Gatto e Cane Nemici e amici dell’umano, nel mondo e nell’arcano



                                                  
Disegno di Gé Fratello
Gatto e Cane
Nemici e amici dell’umano, nel mondo e nell’arcano

Anche l’origine del suo nome è sconosciuta. Sì, il gatto, oltre che elegante, nottambulo e flessuoso è anche misterioso, portatore di magia, del sesto senso. Simbolicamente molto ambivalente, oscillante tra bene e male, affettuosità e aggressività, associato spesso al femminile, forse per una proiezione di dominio maschile che si rifà al desidero di controllo della donna, infatti il gatto non è ciecamente ubbidiente e quasi immune all’addestramento. Associato alle streghe, alla magia; forse, tra le righe, lo si percepisce come chi va contro corrente, essendo così indipendente e fiero, ma anche egoista, distaccato. Dotato di destrezza, riflessione, osservazione, vista notturna. Spietato e abilissimo nella caccia.
Il cane, sempre a fianco dell’uomo, guardandolo spesso in volto per verificarne la buona salute e per farsi elargire qualcosa; ma anche perché è una guida, un aiutante, un difensore, un fedele ammiratore dell’uomo. Perché il cane è un guardiano: della casa, o delle pecore, ma può essere anche un assalitore. Già dagli antichi celti era addestrato per la caccia e il combattimento. È, in tante tradizioni, guardiano delle porte degli inferi e dei luoghi sacri, un accompagnatore per i morti. Intermediario tra questo mondo e l’altro. Associato alla morte e al mondo sotterraneo, ma anche alla notte, che frequenta volentieri. Obbediente e fedele ma, a volte, possessivo. Servile e amorevole ma strettamente legato alla morte. È anche considerato impuro, avido, ghiotto, che mangia anche le carogne e può portare punizione e vendetta.
Questi due sono gli amici più comuni dell’umano, entrambi ambivalenti, ambigui, frequentatori di “mondi”: poco apparenti, dissimulati, sconosciuti, come il mondo sottile, la notte, l’aldilà, la magia. Grandi guerrieri, residenti in due realtà parallele: quella dell’umano civile e quella della natura selvaggia. Guerrieri così differenti, contrapposti, tra loro. Così carnali e spirituali. Non credo che una situazione affettiva di questo tipo - tra gli umani e cani/gatti - e così sedimentata e ripetitiva nei secoli sia un caso, soprattutto, considerando l’aumento importante di questi ultimi decenni del fenomeno in situazioni ben più impegnative (appartamenti, città, folla, autobus, pendolarismo, ecc.) dei tempi precedenti. Spesso anche chi non ha relazioni sentimentali con uomini o donne, o convivenza, vive con uno di questi animali. Tutto questo lo trovo interessante!
Grazie per la lettura e buon cammino. Gé Fratello

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