Gatto e Cane
Nemici e amici dell’umano, nel mondo e nell’arcano
Anche l’origine del suo nome è sconosciuta. Sì, il gatto,
oltre che elegante, nottambulo e flessuoso è anche misterioso, portatore di
magia, del sesto senso. Simbolicamente molto ambivalente, oscillante tra bene e
male, affettuosità e aggressività, associato spesso al femminile, forse per una
proiezione di dominio maschile che si rifà al desidero di controllo della
donna, infatti il gatto non è ciecamente ubbidiente e quasi immune
all’addestramento. Associato alle streghe, alla magia; forse, tra le righe, lo
si percepisce come chi va contro corrente, essendo così indipendente e fiero,
ma anche egoista, distaccato. Dotato di destrezza, riflessione, osservazione,
vista notturna. Spietato e abilissimo nella caccia.
Il cane, sempre a fianco dell’uomo, guardandolo spesso in volto
per verificarne la buona salute e per farsi elargire qualcosa; ma anche perché
è una guida, un aiutante, un difensore, un fedele ammiratore dell’uomo. Perché
il cane è un guardiano: della casa, o delle pecore, ma può essere anche un assalitore.
Già dagli antichi celti era addestrato per la caccia e il combattimento. È, in
tante tradizioni, guardiano delle porte degli inferi e dei luoghi sacri, un
accompagnatore per i morti. Intermediario tra questo mondo e l’altro. Associato
alla morte e al mondo sotterraneo, ma anche alla notte, che frequenta
volentieri. Obbediente e fedele ma, a volte, possessivo. Servile e amorevole ma
strettamente legato alla morte. È anche considerato impuro, avido, ghiotto, che
mangia anche le carogne e può portare punizione e vendetta.
Questi due sono gli amici più comuni dell’umano, entrambi
ambivalenti, ambigui, frequentatori di “mondi”: poco apparenti, dissimulati,
sconosciuti, come il mondo sottile, la notte, l’aldilà, la magia. Grandi
guerrieri, residenti in due realtà parallele: quella dell’umano civile e quella
della natura selvaggia. Guerrieri così differenti, contrapposti, tra loro. Così
carnali e spirituali. Non credo che una situazione affettiva di questo tipo -
tra gli umani e cani/gatti - e così sedimentata e ripetitiva nei secoli sia un
caso, soprattutto, considerando l’aumento importante di questi ultimi decenni
del fenomeno in situazioni ben più impegnative (appartamenti, città, folla,
autobus, pendolarismo, ecc.) dei tempi precedenti. Spesso anche chi non ha
relazioni sentimentali con uomini o donne, o convivenza, vive con uno di questi
animali. Tutto questo lo trovo interessante!
Grazie per la lettura e buon cammino. Gé Fratello
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