E poi, è interessante vedere come la parola “fottere”, in
verità interiore, è l’atto, il processo dello stare bene e del piacere psico-carnale
con l’altro che, a volte, accoglie anche l’amore, o forse sempre una forma di
esso, come potrebbe indicare l’etimologia greca e latina molto meno aspre che suppergiù
significa piantare, generare, produrre, essere,
nascere, anche se veniva pure usata con significato osceno. Ma se entriamo
nella verità comunicativa storica e di potere, che purtroppo entra nei simboli,
il “fottere”, tra i suoi significati spesso usati e ricavati dal primo che è
far l’amore, è fregare, vincere sull’altro spavaldamente o con la violenza e la
furbizia, sovrastare come in guerra. Una verità che in Italia è chiara, se si
vuole guardare e illustra il tipo di società in cui ci si trova e il suo
rapporto col sesso, piacere, amore, relazione. Nasce da una “grande” madre. Una
madre divoratrice che alfine, detesta se stessa in segreto. Un patetico
segreto, sempre custodito e alla fine, mantenuto dai più, o da tutti. Certo non
è esclusivamente una realtà italiana, tant’è vero che “fottuto” era una parola
usata nel centro sud Italia, si è diffusa poi dappertutto con i film
statunitensi con la versione anglofona fucking, quest’ultima sembra provenire da aratro, copulare, pene: radici
da varie zone d’Europa. “Fottuto” fa intendere che una protuberanza dura viene
spinta in una rientranza morbida, così, il detentore di protuberanza, prende il
potere o comunque va a rimarcarlo su chi ha la rientranza, che perde la
partita. È una parola che viene usata anche con significato doppio verso un
uomo, accusandolo di aver “perso la partita” ben due volte, una perché si
denota che è omosessuale (o lo è diventato per forza) e un’altra di base, per
essere comunque chi prende. La donna invece ne ha una sola di sconfitta,
sembrerebbe. Quindi, oltre che trattare l’amplesso come un’offesa e una sfida o
battaglia, questa parola ha dentro anche l’omofobia. Detto a un uomo lo indica
come sodomita passivo e quindi per dire che è stato fregato, annientato,
nell’ambito di una logica razzista e omofoba. Anche in questo caso è una logica
tutta da rifare, visto che anche un omosessuale spesso si diverte con rapporti
anali passivi o attivi e non certo si sente uno che è stato fregato, ma bensì,
se proprio, che ha vinto il piacere e la bellezza.
Perché se un diverso fosse dichiarato strano su dei
cartelloni, sarebbe diverso e quella diversità si conoscerebbe e sarebbe
interiorizzata e amata alla fine. Ma se il diverso viene fatto scorrere nei
rigagnoli dove c’è la periferia e si va a depositare lo sporco e l’inutile,
quel diverso non sarà guardato con solidarietà e rispetto, dai più. Ma con
paura. C’è un vecchio dato ancora valido, che è molto violento, consiste nel
rubare l’amore, che è cosa realmente impossibile, ma declinata a un’idea di
esso deviata e collegata con la guerra e il possedere; quanto può spiegare
sulla natura umana questo. Del resto se andiamo a vedere anche la parola
“corteggiare”, vediamo nel significato 2 (dopo quello che riguarda la
corte e i principi): “Stare dattorno a
una persona cercando, con lodi, lusinghe, dimostrazioni di riverenza, di
ottenere da lei protezione e favori. In partic., c. una donna, cercare di
piacerle e di entrare nelle sue grazie, con gentilezze, complimenti e sim.”*
E la stessa parola si usa in etologia, dove, di solito,
l’approccio è molto meno rapace di quello umano. Quindi se diciamo a qualcuno
“Vai a farti fottere”, o “fottuto”, si fa riferimento a una persona che è stata
corteggiata ad arte e quindi ha avuto un rapporto carnale con il corteggiatore,
o comunque è quello che gli si augura. Eppure dovrebbe essere un’offesa e lo
sarà finché la parola sarà usata per offendere.
*Dizionario Enciclopedico Treccani
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