giovedì 25 giugno 2015

Sassi




Esseri, entità, significati - di Gé Fratello


Pensate ai sassi tra i binari, ai cocci di vetro, alle cartacce: potrebbero essere belli da vedere. Togliamoli per un attimo dalle rotaie e pensiamo che il sasso rompe e il coccio di vetro taglia, ma tra le rotaie non sono per quello e neanche la carta ormai è lì per essere scritta. Il sasso e il coccio, che è uno strano sasso, non sanno cosa fanno tra le rotaie, ma sanno che forse potrebbero rompere e tagliare; intanto sono lì e credono che dovrebbero fare quello che pensano di essere, mentre fanno altro, che ritengono utile e dovuto, come prendere il sole e alcuni, tra chi guarda da fuori, dicono tra loro, che i sassi sono lì per fermare le erbacce. Alcuni sassi dicono tra di loro che sono nati per rompere e che gli “strani sassi”, cioè i cocci, che sono rari, controllano in segreto che il popolo dei sassi non rompa invece del prendere il sole; altri dicono che potrebbero rompere e fermare le erbe. Un’altra minoranza dice che possono fare quello ma anche altro; ancora meno confermano quello che dicono gli altri ma aggiungono che è l’essere lì che crea il ruolo; una minoranza ancora più piccola dice che tutti dicono giusto ma loro aggiungono che il ruolo viene anche da chi guarda; pochi altri dicono che va tutto bene ma si deve anche considerare che il ruolo viene anche come conseguenza delle azioni che li ha fatti arrivare lì dove sono. Infine la più piccola minoranza dice che è tutto vero ma che anche il pensare crea il loro ruolo; come per esempio gli “strani sassi” che si pensa che controllino tutti in segreto, invece potrebbe essere l’incontrario. I pensieri proiettati su un soggetto potrebbero essere conseguenza della sua storia e forma, personale o collettiva, precedenti depositate in un nuovo ambiente, dove il soggetto è bersagliato dal pensare per il linguaggio con verbale e l’energia che emana, come fosse odore; quindi ciò che gli è successo prima di essere dove è adesso, fa pensare di lui qualcosa che va a sommarsi al nuovo “dove”, che lo ricolloca e quei nuovi pensieri creano un determinato individuo sociale. Questo quello che disse una esigua minoranza. Però nessuno ha parlato della mitica “carta”, o “cartaccia”, considerata un personaggio delle fiabe, uno scherzo, una fantasia; ma qualche individuo, considerato uno sciocco squilibrato, dice che esiste e che addirittura parla. L’ultima volta disse allo sciocco: “Divertente vedere quei cervelloni dei tuoi compaesani pensare, mentre non sanno alzare gli occhi da terra e neanche distoglierli dai propri simili: questo non li farà mai accorgere dell’enorme macchinario pieno di esseri elevati che passa sulle loro teste, che loro stessi sorreggono e tengono lontano dall’acqua. Mentre credono di dover rompere, danno stabilità; doverosamente e con zelo prendono il sole; in realtà drenano la pioggia”.di Gé Fratello - proprietà depositata

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