Sassi
Pensate ai sassi tra i binari, ai cocci di vetro, alle cartacce:
potrebbero essere belli da vedere. Togliamoli per un attimo dalle rotaie e
pensiamo che il sasso rompe e il coccio di vetro taglia, ma tra le rotaie non
sono per quello e neanche la carta ormai è lì per essere scritta. Il sasso e il
coccio, che è uno strano sasso, non sanno cosa fanno tra le rotaie, ma sanno
che forse potrebbero rompere e tagliare; intanto sono lì e credono che
dovrebbero fare quello che pensano di essere, mentre fanno altro, che ritengono
utile e dovuto, come prendere il sole e alcuni, tra chi guarda da fuori, dicono
tra loro, che i sassi sono lì per fermare le erbacce. Alcuni sassi dicono tra
di loro che sono nati per rompere e che gli “strani sassi”, cioè i cocci, che
sono rari, controllano in segreto che il popolo dei sassi non rompa invece del
prendere il sole; altri dicono che potrebbero rompere e fermare le erbe.
Un’altra minoranza dice che possono fare quello ma anche altro; ancora meno
confermano quello che dicono gli altri ma aggiungono che è l’essere lì che crea
il ruolo; una minoranza ancora più piccola dice che tutti dicono giusto ma loro
aggiungono che il ruolo viene anche da chi guarda; pochi altri dicono che va
tutto bene ma si deve anche considerare che il ruolo viene anche come
conseguenza delle azioni che li ha fatti arrivare lì dove sono. Infine la più
piccola minoranza dice che è tutto vero ma che anche il pensare crea il loro
ruolo; come per esempio gli “strani sassi” che si pensa che controllino tutti
in segreto, invece potrebbe essere l’incontrario. I pensieri proiettati su un
soggetto potrebbero essere conseguenza della sua storia e forma, personale o
collettiva, precedenti depositate in un nuovo ambiente, dove il soggetto è
bersagliato dal pensare per il linguaggio con verbale e l’energia che emana,
come fosse odore; quindi ciò che gli è successo prima di essere dove è adesso,
fa pensare di lui qualcosa che va a sommarsi al nuovo “dove”, che lo ricolloca
e quei nuovi pensieri creano un determinato individuo sociale. Questo quello
che disse una esigua minoranza. Però nessuno ha parlato della mitica “carta”, o
“cartaccia”, considerata un personaggio delle fiabe, uno scherzo, una fantasia;
ma qualche individuo, considerato uno sciocco squilibrato, dice che esiste e
che addirittura parla. L’ultima volta disse allo sciocco: “Divertente vedere
quei cervelloni dei tuoi compaesani pensare, mentre non sanno alzare gli occhi
da terra e neanche distoglierli dai propri simili: questo non li farà mai
accorgere dell’enorme macchinario pieno di esseri elevati che passa sulle loro
teste, che loro stessi sorreggono e tengono lontano dall’acqua. Mentre credono
di dover rompere, danno stabilità; doverosamente e con zelo prendono il sole;
in realtà drenano la pioggia”.di Gé Fratello - proprietà depositata
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