giovedì 10 dicembre 2015

Come qualche uccello e qualche umano



 
 di Gé Fratello - Uccello del buon augurio
Uccello del buon augurio
Uccelli, come la ghiandaia (Garrulus glandarius – canterino ghiandaio), che ha un canto possente e un po’ ripetitivo e sotterra grandi quantità di ghiande per l’inverno; il fringuello alpino che vive a duemila metri di altitudine (Montifringilla nivalis, da monti e fringilla, cioè dalla famiglia dei fringillidi e nivalis che è nevoso). L’Averla maggiore (Lanius excubitor: Macellaio guardia), un piccolo rapace di venticinque centimetri, che con organizzazione e freddezza riordina le sue prede infilzandole agli aculei di un’acacia o un rovo, da dove vigila e caccia, per poi dilaniarle e nutrirsene. Viene chiamato guardiano per l’abitudine di gridare quando scorge in lontananza un rapace, avvisando così anche gli altri uccelli, per poi coraggiosamente e arditamente, attaccarlo anche se molto più grande di lui[1]. Tanti nomi e tante attività corrispondenti, però c’è anche il cuculo, sì, che fa sempre “Cucù, cucù”, insistentemente, in primavera; probabile motivo per l’attribuzione del nome onomatopeico: Cuculo (Cuculus canorus – Cuculo canoro).
 Si dice che il primo canto primaverile del cuculo è un pronostico di ricchezza per chi lo ode, se si ha una moneta in tasca (anche senza per alcuni) o, comunque, promette la realizzazione dei desideri.

giovedì 24 settembre 2015

La Truffa




Di Gé Fratello - Fottere
E poi, è interessante vedere come la parola “fottere”, in verità interiore, è l’atto, il processo dello stare bene e del piacere psico-carnale con l’altro che, a volte, accoglie anche l’amore, o forse sempre una forma di esso, come potrebbe indicare l’etimologia greca e latina molto meno aspre che suppergiù significa piantare, generare, produrre, essere, nascere, anche se veniva pure usata con significato osceno. Ma se entriamo nella verità comunicativa storica e di potere, che purtroppo entra nei simboli, il “fottere”, tra i suoi significati spesso usati e ricavati dal primo che è far l’amore, è fregare, vincere sull’altro spavaldamente o con la violenza e la furbizia, sovrastare come in guerra. Una verità che in Italia è chiara, se si vuole guardare e illustra il tipo di società in cui ci si trova e il suo rapporto col sesso, piacere, amore, relazione. Nasce da una “grande” madre. Una madre divoratrice che alfine, detesta se stessa in segreto. Un patetico segreto, sempre custodito e alla fine, mantenuto dai più, o da tutti. Certo non è esclusivamente una realtà italiana, tant’è vero che “fottuto” era una parola usata nel centro sud Italia, si è diffusa poi dappertutto con i film statunitensi con la versione anglofona fucking, quest’ultima sembra provenire da aratro, copulare, pene: radici da varie zone d’Europa. “Fottuto” fa intendere che una protuberanza dura viene spinta in una rientranza morbida, così, il detentore di protuberanza, prende il potere o comunque va a rimarcarlo su chi ha la rientranza, che perde la partita. È una parola che viene usata anche con significato doppio verso un uomo, accusandolo di aver “perso la partita” ben due volte, una perché si denota che è omosessuale (o lo è diventato per forza) e un’altra di base, per essere comunque chi prende. La donna invece ne ha una sola di sconfitta, sembrerebbe. Quindi, oltre che trattare l’amplesso come un’offesa e una sfida o battaglia, questa parola ha dentro anche l’omofobia. Detto a un uomo lo indica come sodomita passivo e quindi per dire che è stato fregato, annientato, nell’ambito di una logica razzista e omofoba. Anche in questo caso è una logica tutta da rifare, visto che anche un omosessuale spesso si diverte con rapporti anali passivi o attivi e non certo si sente uno che è stato fregato, ma bensì, se proprio, che ha vinto il piacere e la bellezza.

venerdì 31 luglio 2015

Come mangiare?




Qualcuno si interroga spesso su cosa mangiare e in che quantità, però vi assicuro che è in ugual misura importante, come e in che stato d’animo si mangia. Se solo si pensa all’effetto placebo, che ci guarisce e cambia anche morfologicamente il corpo, si può capire come si mangia e si digerisce con gli occhi e col naso, cioè con la mente, che agisce sulla bocca, sullo stomaco e su tutto il corpo. Uno stato mentale adeguato è la base per intraprendere un pasto che possa essere predigerito, ingoiato, digerito e assimilato ed evitando patologie. Perché degli stati di eccitazione come rabbia, litigi, risate, discussioni animate, sia euforiche che rabbiose, fretta, stress, ansia, logorrea, depressione, ecc. compromettono anche gravemente la masticazione, che rende, quest’ultima, la digestione difficoltosa, mal fatta, e compromette anche il deglutire, che può portare al soffocamento (vedi manovra di heimlich[1]) e alla morte. Di seguito vi spiegherò meglio.

giovedì 25 giugno 2015

Sassi




Esseri, entità, significati - di Gé Fratello


Pensate ai sassi tra i binari, ai cocci di vetro, alle cartacce: potrebbero essere belli da vedere. Togliamoli per un attimo dalle rotaie e pensiamo che il sasso rompe e il coccio di vetro taglia, ma tra le rotaie non sono per quello e neanche la carta ormai è lì per essere scritta. Il sasso e il coccio, che è uno strano sasso, non sanno cosa fanno tra le rotaie, ma sanno che forse potrebbero rompere e tagliare; intanto sono lì e credono che dovrebbero fare quello che pensano di essere, mentre fanno altro, che ritengono utile e dovuto, come prendere il sole e alcuni, tra chi guarda da fuori, dicono tra loro, che i sassi sono lì per fermare le erbacce.

sabato 16 maggio 2015

Psico-banalità dominante (dove siamo andati a finire?)




di Gé Fratello- Psico-banalità dominante


Ci hanno insegnato che in questo mondo contemporaneo la cultura è importante e anche la cura della persona; succede che nella realtà i concetti, le teorie, la retorica volano molto spesso disgiunti dai fatti.

Diversità 7




di Gé Fratello - Diversità 7

Quando la diversità era normale si stava felicemente in disaccordo con ironia, ma con rispetto; ci si confrontava sulle idee e si rideva di sé, senza attaccarsi morbosamente all’avere, all’essere, al vincere. Perché era abitudine sorridere di tutto ciò che era consolidato, universalmente riconosciuto, dando la possibilità alla mente di avere continue formulazioni arricchenti. Ridendo quasi indifferentemente delle proprie idee si stava in allegria e senza umiliazione, in questo modo un varco era sempre aperto e si acquisivano idee, si aggiustavano idee, si agglomeravano nuove idee con pezzi di idee altrui evitando il rischio di sedimentazioni cementificate.
E poi dopo una lunga passeggiata nella natura si beveva tutti assieme un buon bicchier di vino.

sabato 2 maggio 2015

Diversità 6




Diversità 6 - Di Gé Fratello

Essere diversi era il comportamento non detto ma dimostrato, era il complimento e l’apprezzamento tangibile, era la paura svelata, il tempo speso a guardare, era raccogliere insieme i fiori per fare il tè, era viaggiare sotto il sole nel sottobosco, camminare a vent’anni nei torrenti, fare uno spuntino nella natura in un giorno di pioggia, guardare l’altro e vedere qualcosa di nuovo.

sabato 25 aprile 2015

Diversità 5




di Gé Fratello - Diversità 5

Quando i diversi erano veri si faceva uscire le diversità, anche quelle nocive, rendendole visibili. Questa abitudine trasportava nel flusso anche ciò che l’individuo non conosceva e gli altri facevano diplomaticamente notare questo prodotto uscito. Nessuno aveva paura di essere ammalato, perché tutti sapevano di esserlo e, il fatto di essere ammalati pubblicamente, arricchiva, perché si teneva ciò che aveva di utile la malattia, si conosceva, si ottimizzava, si sublimava il peggio e si imparava a vederlo meglio, in ognuno si vedeva comunque parte di se stessi. Cosicché la diversità disinvolta e consueta lasciava trapelare i lati ombra sfuggenti evitando che essi diventassero i padroni.