sabato 17 maggio 2014

L’Ubriacone e l’Oste





Di Gé Frtaello - L'Ubriacone e l'Oste

L’ubriacone e l’oste                                                                                 

Un problema rilevante del nostro vivere è spesso la paura, nelle sue varie forme e trasformazioni. Spesso si razionalizza, davanti a una paura, in un modo demagogicamente pulito, facile da far accettare alla massa illusoriamente dominante, facendo leva sui bisogni primari delle persone, come il lavoro, la salute, la sicurezza, la religione… (“potresti perdere il lavoro…, “quelli ti attaccano qualche malattia pericolosa”, “Quella è gente violenta perché non è della nostra religione e poi sono senza lavoro”, ecc.). Ma forse, ancora più in profondità, di questa paura, possiamo trovare un senso di colpa e un conseguente sentimento scomodo, imbarazzante. Ecco, questo sentimento, diciamo, rimosso, risiede nella vecchia e potente Europa, che conquistò con la forza il resto del mondo per poterlo sfruttare in tutti i modi e mantenerlo alle proprie dipendenze. Poi passò, in parte, il potere, in maniera più o meno volontaria, ad altri che portarono avanti, ampliarono e modernizzarono il dominio e lo sfruttamento democratizzato per il mantenimento del regime di vita capitalistico. Adesso tutti abbiamo paura, paure nuove si sono aggiunte a quelle vecchie. Il vecchio padrone del mondo barcolla e in una masochistica danza dell’ubriaco, sembra non fermarsi; forse qualcuno in alto offre ancora da bere a chi è già sbronzo e ride aspettando la sua lenta caduta.

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